La Paella Valenciana ottiene la Denominazione di Origine
Valencia. Enogastronomia
Si sa, tutto il mondo è paese e anche in fatto di gusti culinari i campanilismi la fanno da padrone. A Valencia, uno dei simboli culinari indiscussi è la paella. Finalmente il Dipartimento dell’Agricoltura ha accolto le richieste di molti ristoratori locali per dare alla Paella Valenciana la Denominazione d’Origine. In questo modo, per apporre il “marchio di qualità” dovranno essere utilizzati soltanto dieci ingredienti!
Le grandi conquiste sono precedute da grandi battaglie, come quelle combattute da Rafael Vidal, un ristoratore valenciano che ha sentito l’esigenza di proteggere questo piatto tradizionale dalle imitazioni. Assieme ad altri abitanti locali, accumunati dal senso di rispetto delle tradizioni anche a tavola, per mesi ha portato avanti la causa della Paella Valenciana.
Una tipica pella valenciana
D’ora in poi, qualsiasi ristorante che vorrà fregiarsi del prezioso riconoscimento governativo dovrà utilizzare soltanto i dieci ingredienti base indicati: riso, olio, pollo, coniglio, fagiolini piattoni verdi, garrofò (tipici fagioli locali detti anche Fagioli di Lima o Fagioli Bianchi di Spagna), pomodori, acqua, sale e zafferano. Scontata, poi, è la cottura nella caratteristica paellera, cioè la tipica pentola con i manici.
Tempi duri anche per coloro che risparmieranno sul riso, visto che per la Paella Valenciana con la Denominazione d’Origine dovranno essere utilizzati soltanto “arroz” prodotti nel comprensorio cittadino.
La nuova regolamentazione, tuttavia, seppur rigida lascia spazio a delle varianti autorizzate, ma soltanto in zone specifiche. Per non snaturare la paella tradizionalmente preparata a Benicarló, ai dieci ingredienti indicati si potrà aggiungere il carciofo. Mentre nella vicina zona dell’Albufera, invece, è permessa l’aggiunta di pezzi d’anitra.
Insomma, la Denominazione d’Origine per la Paella Valenciana è una conquista che porterà ancora più in alto il nome di Valencia nel mondo!
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